Il progetto mira ad orientare i giovani, nel senso di aiutarli a trovare le proprie passioni, a scoprire quello che interessa loro, creando ambienti di classe sensibili ai bisogni, alle idee, ai sogni e ai sentimenti degli studenti. Gli insegnanti dovranno incoraggiare una varietà di interessi e di stili di apprendimento, fornendo ampie opportunità di interazione sociale e di libera espressione della propria personalità attraverso una vasta gamma di mezzi e strategie. Il contesto scolastico ed il gruppo classe devono garantire le condizioni ideali per potersi esprimere; rappresentare una palestra dove capire prima di tutto chi siamo, facendo emergere idee, spunti, ragionamenti, suggestioni, che ogni bambino o ragazzo sente dentro di sé e di cui spesso non è in grado di comprendere il significato e il valore; scoprire ogni giorno qualcosa di più del mondo che ci circonda e di noi stessi La nostra idea di noi stessi si forma in questi anni, proprio all’interno delle relazioni con gli altri, dove dovremmo riuscire a comportarci come siamo e non come gli altri vorrebbero che fossimo.
Dunque le idee alla base del nostro progetto vanno ad incidere sulle tre dimensioni del fare scuola: lo spazio, il tempo e la didattica. Il tempo e la didattica impattano esclusivamente sull’organizzazione della scuola, per incidere sullo spazio è necessario il contributo dell’Associazione perché ci sono da sostenere costi per l’acquisto di arredi ed attrezzature di cui la scuola non dispone.
Cominciare ad incidere sulla variabile spazio, con nuovi setting/nuovi ambienti per l’apprendimento; si vedano le idee Spazi flessibili e Aule laboratorio disciplinari come presentate negli allegati del progetto, significa avvertire la necessità di andare ad agire anche sul tempo scuola.
Cambiare il setting d’aula tradizionale con i classici e vecchi banchi allineati, adeguati ad una didattica esclusivamente trasmissiva, per favorire modelli didattici diversi (TEAL, Spaced learning, ICT lab, Didattica per scenari), significa aprirsi ad una didattica di tipo laboratoriale, collaborativa, partecipativa.
Infatti l’aula tradizionale con la cattedra di fronte a file di banchi allineati è pensata per un flusso comunicativo unidirezionale: dal docente, depositario unico del sapere, verso studenti considerati
recettori passivi o quasi. Questo contrasta fortemente con quello che avviene fuori dalla scuola, nella vita quotidiana, imperniata da una comunicazione interattiva, multidirezionale, multimediale, grazie a ICT e social network. Ma cozza anche con processi di apprendimento e di produzione del sapere che si stanno facendo sempre più negoziati, co-costruiti, reticolari, sociali. Ciò impone un graduale ripensamento degli spazi e dei luoghi che preveda soluzioni flessibili, polifunzionali, modulari e facilmente configurabili in base all’attività svolta, e in grado di soddisfare contesti sempre diversi.Spazi così concepiti favoriscono il coinvolgimento e l’esplorazione attiva dello studente, i legami cooperativi e lo “star bene a scuola”. Condizioni indispensabili, queste, per promuovere una partecipazione consapevole al progetto educativo e innalzare la performance degli studenti, favorendo la condivisione delle informazioni e lo sviluppo delle capacità comunicative.
Una scuola a passo con i tempi deve rendere duttili i suoi ambienti affinché vi siano spazi sempre abitabili dalla comunità scolastica per lo svolgimento di attività didattiche, per la fruizione di servizi, per usi anche di tipo informale; spazi dove lo scambio di informazioni avviene in modo non strutturato, dove lo studente può studiare da solo o in piccoli gruppi, dove può approfondire alcuni argomenti con l’insegnante, ripassare, rilassarsi. La scuola così si apre all’esterno e diventa baricentro e luogo di riferimento per la comunità locale: aumentando la vivibilità dei suoi spazi, diventa un civic center in grado di fare da volano alle esigenze della cittadinanza e di dare impulso e sviluppo a istanze culturali, formative e sociali».
L’attenzione agli spazi significa attenzione alla persona, ai ragazzi, visti come soggetti attivi e partecipi. La centralità della persona, il nuovo umanesimo e l’apertura al territorio trovano nell’ambiente di apprendimento il contesto idoneo per organizzare i saperi e per stare bene: benessere e accoglienza, flessibilità, identità ma anche socialità sono le parole chiave. L’aula con i banchi allineati è sempre meno adatta per questo scenario di riferimento Per avviare il progetto, bisognerebbe realizzare l’atrio come ambiente e spazio ricreativo, la biblioteca, la sala polifunzionale al secondo piano e almeno tre aule 3.0.
«Gli elementi che caratterizzano lo spazio sono arredi appositamente progettati, in particolare tavoli rotondi e/o trapezoidali scomponibili e assemblabili, tribunette su ruote, carrelli di servizio in sostituzione della cattedre, arredi per spazio biblioteca, puffi e divanetti per ambienti lettura e spazio ricreativo.
Costo del progetto: euro 20.000